Vhils street art: alla ricerca dell'eroe quotidiano
Le porte che fungono da tela sono state raccolte dai membri della comunità Araçaí , dove dalla civiltà vengono utilizzate per diversi usi domestici.
Alexandre Farto AKA VHILS è uno street artist portoghese che vive e lavora a Londra.
Assieme a Banksy, JR, Blu, Conor Harrington, Word 2 Madre, NeckFace, Os Gemeos, VHILS appartiene alla nuova generazione di urban artists, talenti capaci di reinterpretare l’aspetto delle metropoli contemporanee, di utilizzarne il volto per sperimentare nuove forme creative, denunciandone spesso la natura alienante e omologante.
Le sue opere sono ambiziose, complesse e poetiche. Il vandalismo come forma d’arte, la distruzione come forma di creazione. Pannelli pubblicitari strappati, tessuti scorticati, muri scrostati e grattati, usati come tela e colore allo stesso tempo. Scalpelli, martelli e acidi usati come pennelli. Il risultato è una serie di immagini forti ed espressive. Volti e sguardi appena abbozzati ma incredibilmente realistici. La sua creazione nasce dalla distruzione che l'artista descrive nel seguente modo: " Questo concetto di vandalismo estetico proviene dai graffiti, visti come una pratica essenzialmente distruttiva. Mi piace riprendere molte delle tecniche e dei mezzi impiegati in questi atti di vandalismo usati per cancellare, tagliare, sfigurare, incidere - ed usarle per creare". Vhils
Il suo "Scratching the surface" (Graffiare la superficie) è un processo mediante il quale un'immagine viene creata rimuovendo gli strati che formano il muro. Il lavoro nasce da una scultura fatta inizialmente con trapani a percussione (a volte esplosivi), poi rifiniti con gli scalpelli e martelli. WHILS lo definisce un processo mentale, ovvero le pareti assorbono la storia nel tempo togliendo la superficie piatta rivelando e finendo con l'umanizzare i loghi e dare alle persone qualcosa su cui riflettere. "Quella dell'artista è una forma di poesia visiva brutale e complessa, ma intrisa di una semplicità che parla al cuore dell'emozioni umane". Miguel Moore
Vhils si unisce come artista internazionale come altri in precedenza agli Splash and Burn, iniziativa creativa che con il mezzo dell'arte mette in evidenza le questioni ecologiche critiche, dove il suo contributo si è concentrato sulla scoperta di una nuova specie di grande scimmia in Indonesia e di una diga idroelettrica recentemente approvata destinata a decimare il loro habitat. Partecipa alla campagna ambientale, che richiama l'attenzione sulla distruzione delle foreste pluviali nel sud est asiatico, affrontando gli effetti della produzione insostenibile di olio di palma, sia a livello locale che globale. L'ultimo progetto affronta una questione adiacente all'olio di palma, ma risulta determinante per la destabilizzazione che l'espansione capitalista può suscitare, con le conseguenze per le comunità, la fauna selvatica e gli ecosistemi considerati danni collaterali.
"Il mondo non si prende il tempo per pensare a come andare avanti, non c'è nessuno sforzo per riflettere sul reale impatto delle decisioni. Per questo progetto quello che volevo davvero fare era dare il mio lavoro per portare l'attenzione su una situazione, per creare una discussione su un problema. Sono gli artisti che alimentano le città in cui viviamo, che controbilanciano le pressioni di diversi problemi creando immagini sui muri. Puoi avviare una discussione e portare al pubblico questioni che altrimenti non ci sarebbero" VHILS
In Indonesia a Medan (Sumatra) ha eseguito con lo "Scratching the surface" un opera che con la tecnica dello scavare sotto la superficie di un muro, lo scalfire non trova limite, come l'indifferenza e l'inazione politica di fronte alle questioni ambientali locali. L'orangutan, nuova specie scoperta nelle foreste del Sumatra settentrionale si trova in pericolo, come si è detto a causa della coltivazione dell'olio di palma nella regione. L'impatto è devastante sulla natura come su l'uomo: incendi boschivi, deforestazioni, sfollamenti umani e una diminuzione delle popolazioni di animali selvatici.
Le potenti lobby dell'industria dell'olio di palma proseguono nel loro intento sfruttando la vulnarabilità locale, per devastare impunemente i vari ecosistemi nativi e continuare a soddisfare la crescente domanda globale.
Il murales che ha creato VHILS, vuole mettere in evidenza l'impegno che le ONG hanno prodotto per far emergere queste problematiche e sensibilizzare alla popolazione mondiale per colmare il divario che esiste tra la corruzione che circonda questo settore e la più ampia consapevolezza dei consumatori globali.
Stessa problematica, VHILS la affronta ancor più drammaticamente nella Comunità Guarani, in cui la popolazione è costretta a vivere nelle riserve sempre più emarginate dal governo centrale e se tentano di avvalersi dei propri diritti, sono aggrediti dagli allevatori e dai latifondisti. L'artista focalizza l'attenzione sulla necessità di preservare il modo di vivere tradizionale di questa comunità indigena a Recife, capitale dello Stato del Pernambuco (Brasile).
L'opera viene realizzata sulla facciata e sulle porte di un edificio, ritraendo vari volti di indigeni Guarani del Villaggio di Araçaí che richiamano i lavori simili di Adnate e gli aborigeni Australiani.
VHILS ha inoltre creato un documentario per dare testimonianza al mondo la situazione e la condizione che stanno vivendo la comunità, cercando di rompere il silenzio e l'isolamento nel quale i media del Brasile, consenziente con il potere nasconde queste problematiche.
"Esiste una crescente incompatibilità dell'attuale sistema di accettare diversi modi di vivere. Va bene, il mondo si è evoluto e le condizioni di vita sono notevolmente migliorate negli ultimi 20/30 anni, ma a quale costo? Mentre stiamo acquisendo molte cose, stiamo perdendo ciò che ci rende diversi e speciali in ogni angolo del mondo".
"Il mondo è sempre più globalizzato è standardizzato e lascia poco spazio ai modi di vita alternativi".
L' arte di VHILS attraverso queste sue riflessioni può meglio compresa molto, perchè si concentra sull'atto di distruzione per creare: "Credo che siamo tutti formati da diversi insiemi di strati: personali, sociali, culturali, storici e così via. Il nostro sistema sociale è il prodotto di questo stesso processo di strati, e credo che rimuovendo ed esponendo alcuni di questi strati, di fatto distruggendoli, potremmo essere in grado di raggiungere qualcosa di più puro, qualcosa di ciò che eravamo e avevamo tutto dimenticato. Questo è ovviamente in senso simbolico. Quindi mi piace vederlo come una sorta di lavoro archeologico di sezionare gli strati della storia e del tempo ed esporre qualcosa che si trova sotto tutto il rumore, il disordine, la sporcizia, alla ricerca di un'essenza che si è persa da qualche parte lungo il percorso.“
Alla ricerca dell'eroe quotidiano.