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SALLY GABORI


La storia della pittrice parla di appropriazione, da parte dell’uomo bianco, e di conseguente riappropriazione e rivincita artistica in età avanzata. L’artista ha infatti cominciato la sua attività pittorica nel 2005, all’età di 80 anni, continuando fino ai suoi ultimi anni di vita, sviluppando un lavoro senza apparenti legami con altre correnti estetiche, in particolare all’interno della pittura aborigena contemporanea. Nata nel 1925 sull’isola di Bentick, il suo nome nativo, Mirdidingkingathi Juwarnda, deriva dalla tradizione Kaiadilt, che stabilisce che ognuno prende il nome in base al luogo di nascita e al proprio antenato totemico. Pertanto, Mirdidingkingathi indica che Sally Gabori è nata a Mirdidingki, una piccola insenatura situata a sud di Bentinck, e che il suo «animale totem» è juwarnda, o delfino.

La prima cosa che salta all’occhio – prima strappando un sorriso, poi inducendo alla riflessione – è senza dubbio quel circa. L’indeterminatezza sull’anno di nascita, sorprendente nella nostra società, conduce immediatamente a un’epoca, a un luogo e a una cultura in cui il dato, invece, non pare così importante. In un contesto incontaminato, che affonda nel primo quarto del secolo scorso, all’altro capo del mondo, prima che gli occidentali arrivassero per trasformarlo, si nasceva e basta. Non c’era burocrazia da assecondare, calendari da seguire, scadenze di cui tenere conto. Probabilmente nemmeno c’erano gli orologi. Il tempo era tutt’uno, legato solo all’alternarsi di giorno e notte, al succedersi delle stagioni.
All’interno di questi crepacci coloristici precipitano i ricordi di Sally Gabori, l’infanzia, il dolore, il rimpianto; ma anche la riscoperta, l’incanto, il riscatto. E soprattutto la necessità di perpetrare una tradizione antica, la sua, rigettata dal mondo moderno ma che a lungo ha resistito nel suo cuore e ora non vuole scomparire, ma trovare una vita nell’arte, potente veicolo di trasmissione. Di storia, di sentimenti. Per questo verso la fine della sua carriera, Sally Gabori ha dipinto una serie di grandi tele con le sue figlie, Amanda ed Elsie, e incoraggiato le sue altre figlie, Dorothy ed Helena, a fare lo stesso.
Sally persa sua entità crea gioiosa dipinge insaputa favolosa ci dai la tua anima angelo sei tu. CA
Dulka Warngiid 2007 vernice polimerica sintetica su tela 195,0 x 610,0 cm Acquistato con fondi donati da Catherine Allen, Carolyn Berger e Delma Valmorbida, 2007 (2007.527) Dulka Warngiid, che si traduce come "terra per tutti", è una brillante visione concettuale dell'isola di Bentinck, nel Queensland, ancorata al profondo attaccamento degli artisti che contribuiscono a sette luoghi distinti della storia sulla loro piccola isola. Il popolo Kaiadilt ha vissuto sull'isola di Bentinck fino all'inizio degli anni '40, quando ha stabilito il primo contatto con gli europei e successivamente è stato trasferito nella missione di Mornington Island.

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