La Velocità ti Uccide Episodio 2
“La Velocità è Dio e il Tempo è il Demonio”
“La Velocità è dio e il tempo è il demonio”
La misura del successo è data dalla velocità: i computer sempre più veloci, transazioni più veloci, comunicare più veloci...tutto più veloce al punto che diventa così ossessivo che la vita accelera, lo stress aumenta e l'ansia passa dai manager ai lavoratori, dai genitori ai figli.
Con il prevalere della tecnologia digitale, tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, molti analisti predissero un'era in cui avremmo tutti fatto parte di un unico villaggio globale. Liberati definitivamente dal fardello del lavoro, avremmo avuto molto più tempo da dedicare ai nostri interessi. Questo pensiero non era solo di quei pochi romantici idealisti, ma anche serissimi scienziati e politici. In realtà al contrario delle aspettative, le tecnologie che dovevano sgravarci da un lavoro continuo ci hanno schiavizzato e quelle che avrebbero dovuto farci risparmiare tempo non ci lasciano neanche un minuto per noi.
Nella "Teoria della Classe Agiata" (1899) Thorstein Veblen la condizione sociale di una persona era dipesa da quanto poco lavorava; oggi purtroppo è vero il contrario. Chi non è connesso non vale nulla, quindi chi decide in coscienza di scollegarsi dalla realtà digitale per riposare, diventa un inetto di cui si può fare a meno. Del tempo vissuto, come affermava Henry Bergson, non c'è più il senso della durata: il tempo umano dove il corpo e la psiche sono tutt'uno nell'esprimere a quello che gli antichi greci definivano come soffio dell'anima. Nella "Pedagogia della lumaca": “Oggi la maniera per essere rivoluzionari è oziare e rallentare, far da sé e produrre localmente, perder tempo”.Lo stesso Rousseau affermava che una grande virtù era saper perdere tempo, sapere ascoltare se stesso e l'altro, sapere dare il tempo alla natura umana di far vibrare la propria anima in armonia con il mondo vivente. Continua dicendo che camminando in mezzo alla natura si ha la percezione del senso profondo dell'umanità come espressione dell'armonia vivente. La follia del lavoro trascina le miserie individuali e sociali che da oltre due secoli torturano la triste umanità. Nella società capitalistica, il lavoro, è alla base di tutte le degenerazioni intellettuali e di tutte le patologie organiche. Bisogna tornare ai tempi della vita umana che è tempo di pensiero, di emozioni condivise, di meditazione e di ricostruzione di legami umani di solidarietà dove ognuno contribuisce alla vita della comunità con gli altri e con l'ambiente naturale, visto che sembra che noi tutti siamo alla ricerca di un ritmo vitale dell'esistenza e delle nostre anime.
Vorrei concludere con una riflessione di Seneca che fa in uno dei più famosi trattati dell'antichità "La Brevità della Vita", capace di indicarci ancora oggi la via per raggiungere la felicità e la pienezza del vivere: .... "Se si volesse riassumere le diverse argomentazioni fin qui svolte, ne ricaverei molte prove per dimostrare che la vita delle persone troppo prese è brevissima"..."la vita si divide in tre periodi: passato, presente e futuro. Di essi quello che viviamo è breve, quello che vivremo incerto, solo quello che abbiamo vissuto è sicuro. Su questo il destino ha perduto il suo potere, perchè il passato non dipende più dall'arbitrio di alcuno. Ed è questo che perdono le persone troppo indaffarate, perchè non hanno il tempo di guardare al passato; e se anche lo avessero, sarebbe sgradevole per loro il ricordo di qualcosa da rimpiangere. Ecco perchè rivolgono malvolentieri il loro pensiero ai tempi perduti, e non osano rievocare quei momenti perchè i loro vizi, anche se mascherati dall'interesse per un piacere immediato, ripensandoci ora, appaiono evidenti."
"Nessuno si rivolge volentieri al passato, tranne chi ha fatto ogni cosa secondo la propria coscienza, che non si inganna mai. Ma chi ha avuto desideri ambiziosi o ha dimostrato arroganza disprezzo, chi è stato prepotente nella vittoria o ha insidiosamente ingannato, chi ha rubato per cupidigia o sperperato per prodigalità, è inevitabile che tema i suoi ricordi. Eppure questa l'unica parte della nostra vita sacra e inviolabile, al di sopra di tutte le vicende umane, che sfugge al dominio del fato e non è più sotto l'influenza della povertà, nè della paura o delle malattie. Non può più essere modificata nè può venirsi sotratta; il suo possesso è perenne e inalterabile. Nel presente sono davanti a noi solo i giorni, uno ad uno, e questi momento per momento; mentre quelli del passato, quando vorrai, ti si presenteranno tutti insieme per essere riesaminati e trattenuti quanto a lungo preferisci........
......Ma le persone troppo indaffarate non hanno tempo per farlo".