
Caryatid Cavalcade I / ROCI CHILE, 1985
Rauschenberg Overseas Culture Interchange (ROCI)
La convinzione di Rauschenberg nel potere dell’arte come catalizzatore di un cambiamento sociale positivo è stata al centro della sua partecipazione a numerosi progetti internazionali negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, culminati tra il 1984 e il 1991 con il suo Rauschenberg Overseas Culture Interchange (ROCI). ROCI (pronunciato “Rocky”, il nome della tartaruga domestica dell’artista) era un’espressione tangibile dell’impegno a lungo termine di Rauschenberg a favore dei diritti umani e della libertà di espressione artistica. Finanziato quasi interamente dall'artista, Rauschenberg ha viaggiato in paesi di tutto il mondo dove spesso la sperimentazione artistica era stata soppressa, con lo scopo di innescare un dialogo e raggiungere una comprensione reciproca attraverso il processo creativo. Tra il 1985 e il 1990, il progetto è stato realizzato in dieci paesi nel seguente ordine: Messico, Cile, Venezuela, Cina, Tibet, Giappone, Cuba, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), Germania e Malesia con una mostra finale tenutasi nel 1991 alla National Gallery of Art, Washington, D.C.
Vi riporto un articolo molto interessante de La Lettura del 19 maggio 2024 in cui il corrispondente a Londra Luigi Ippolito racconta della più ambiziosa operazione di scambio e contaminazione artistica della fine del XX secolo: un progetto che condusse Robert Rauschenberg, il pioniere dell'espressionismo astratto americano, a scavalcare la cortina di ferro e mettere in contatto artistiti e opere separati dalla politica e dall'ideologia. Fra il 1984 e il 1991 l'artista americano intraprese un monumentale programma di scambio per favorire la comprensione reciproca tra culture diverse attraverso l'espressione artistica, basandosi sulla sua convinzione che l'arte potesse essere una forza in grado di innescare un cambiamento sociale. "Voleva creare un dialogo tra Paesi che sentiva essere rimasti isolati", spiega Julia Blaut, senior director della Fondazione Rauschenberg di New York. E' di una attualità sconvolgente l'azione che l'artista esegue, consapevole delle tensioni globali di quell'epoca, in piena guerra fredda, puntando a realizzare una esposizione itinerante in primo luogo in nazioni dove l'accesso all'arte contemporanea occidentale nonchè la libertà di espressione artistica erano limitate o inesistenti: dunque per 17 anni viaggiò in 10 paesi, dall'Unione Sovietica alla Cina (Tibet vompreso) a Cuba, dal Cile di Augusto Pinochet alla Berlino divisa dal Muro, oltre a Vnezuela, Messico, Giappone e Malaysia. Com'ebbe a dire lo stesso Rauschenberg nel 1986, " se Roci funzionerà, dipende dal contatto faccia a faccia con quante persone possibile, perchè l'arma più pericolosa che abbiamo è la mancanza di comprensione". L'artista americano intraprese, così, con un piccolo team, dei viaggi di studio in quei Paesi, per visitare luoghi d'interesse, incontrare artisti locali, artigiani e figure importanti della scena culturale. Dal ritorno da questi viaggi, ogni volta dal suo studio della Florida, trasferiva le sue esperienze in un nuovo corpus di opere, che quindi venivano esposte nella mostra itinerante assieme ad altri suoi lavori e a una selezione di quelli derivati dai Paesi precedenti. L'artista in questo modo creava, in ogni tappa, un dialogo attraverso i paesi partecipanti, tramite le opere esposte, mentre allo stesso tempo offriva uno sguardo sulla pratica di Rauschenberg a persone che avevano poco o nessun contatto con l'arte contemporanea occidentale. Alla fine di tutto questo progetto, l'artista aveva creato più di 125 fra pitture, sculture e oggetti, mentre le tappe della mostra itinerante avevano accolto oltre due milioni di visitatori nel mondo: in diversi di quei Paesi Roci era stata la prima mostra personale di un artista occidentale contemporaneo, evento dall'impatto decisivo su una nuova generazione globale di artisti, tanto che in Cina molti parlano di un'epoca pre e dopo Rauchenberg, "Lui - commenta Julia Blaut - fu un catalizzatore per gli artisti locali perchè spesso non avevano visto esempi di arte contemporanea occidentale. In alcuni di quei Paesi davvero non comprendevano quali fossero le possibilità di fare arte oltre quello che avevano visto fino ad allora, tipo il realismo socialista. Lui fu il primo esempio di arte moderna e di ciò che un artista può fare".
Nel 1984, Rauschenberg disse "L'arte è educativa, provocatoria e illuminante anche quando in un primo momento non è compresa. La stessa confusione creativa stimola la curiosità e la crescita, sfociando in fiducia e tolleranza. Condividere orgogliosamente le nostre intime eccentricità ci condurrà tutti più vicino". Lui andò a Berlino quando ancora era in piedi il Muro e chiese che la sua mostra fosse esposta sia a Est che a Ovest: l'idea era che le persone potessero andare avanti e indietro per visitarla, ma ovviamente questo non accadde. Julia Blaut, sottolinea che quando il Muro cadde nel 1989, lui aveva già avviato quella conversazione e la cosa divenne possibile: aveva gettato le basi per futuri collaborazioni. Ma la cosa più interessante fu che questo progetto finì per influenzare la stessa pratica artistica di Rauschenberg, prosegue nella descrizione Julia Blaut : "Quando lui va in quei Paesi, gravita verso nuovi materiali, guarda sempre a come quegli altri paesi possano essere integrati nella sua pratica. In ogni posto lavora con materiali che erano legati a quel Paese". Ad esempio, in Cile, si rende conto dell'importanza del rame per l'economia e il popolo cileno e dunque usa il rame come tributo e gesto di solidarietà verso i cileni, in opposizione al regime di Pinochet. In Cile, racconta sempre Julia Blaut, Rauschenberg incontra un artista che gli insegna la tecnica dell'uso del rame come supporto per fare dipinti. E' la prima volta che lo fa e metà degli anni Ottanta realizza 15 dipinti su rame: dunque per lui fu un enorme catalizzatore verso una nuova direzione. Roci, dall'altro lato, si inserisce organicamente nel percorso dell'artista americano. C'è un vero tessuto connettivo, come sottolinea Blaut, fra le opere di questo progetto con quelle precedenti e successive: il materiale, i motivi, la combinazione di immagini e gesto pittorico, ovvero spingere il confine fra ciò che è pitture e ciò che è scultura.
La riflessione fatta vuole spingere a considerare il potere della collaborazione internazionale e dello scambio culturale anche nel nostro XXI secolo: pensare che inquesto momento in cui i Paesi diventano più nazionalisti (populisti) e c'è poco dialogo ( pensiamo per esempio alla situazione a Gaza) è una visione utopistica, certamente, ma questo era il linguaggio che lui conosceva meglio: riusciva a parlare da artista ad artista, e dunque ha usato il linguaggio in cui era più a suo agio per comunicare.
"L'opera del Roci ha la capacità di guardare ad altre culture, ad altri paesi, ad altri popoli, come un lascito, per trovare la nostra comune umanità" dice Julia Blaut " questo è ciò che sperola gente porterà con sè da questi lavori e dallo spirito del progetto".
https://www.artchive.com/artwork/retroactive-i-robert-rauschenberg-1964/
https://www.rauschenbergfoundation.org/art/art-context/roci
https://www.instagram.com/thaddaeusropac/reel/C7H_NgSIoLa/