San Francesco che riceve le stimmate e san Michele Arcangelo che combatte col drago

Fra Marino Angeli (Santa Vittoria in Matenano, Fermo, doc. dal 1437 aI 1480)


from Alessandro Costa
22 Jun 2024

D.GIUSEPPE CROCETTI

TAVOLA DI FALERONE

S. Francesco che riceve le stigmate. Tempera su tavola arcuata e fondo d’oro: misura 95 x 135

Origine: Falerone, Convento di S. Francesco.

Proprietà: Comune di Falerone Palazzo Comunale

Descrizione del dipinto

San Francesco d’Assisi è raffigurato a sinistra, in ginocchio, a braccia aperte, col capo contornato da aureola. Dall’alto gli appare il Cristo crocifisso circondato da tre Angeli contemplanti ed adoranti; la croce quasi scompare dietro le grandi ali protettrici di un Serafino. Cinque raggi sottilissimi partono dalle piaghe del Crocifisso e vanno a ferire le mani, i piedi ed il costato del santo. Tre fraticelli, in uno scenario da presepe, contemplano il prodigio delle stigmate, affacciati sulla porta di una capanna.

In bassa, a destra, è tutto un fondo ricco di architetture di piante, fra le quali S. Michele Arcangelo è rappresentato nell’atto di trafiggere il demonio, raffigurato in un mostruoso dragone. Il significato allegorico dell’insieme è evidente: ricevere le stigmate è privilegio d’amore per chi ha combattuto e vinto in sé lo spirito del male.

Questa volta, nella sua composizione, presenta innegabili analogie iconografiche con il noto “S. Francesco” di Gentile da Fabriano, oppure l’altro, anch’esso assai noto, nella Cappella del Palazzo Trinci in Foligno, attribuito a Ottaviano Nelli (1425).

Il singolare modo di realizzare le aureole con puntini che inseguono linee disuguali di cerchi concentrici sarà riproposto in alcune opere di Giovanni Boccati: nel polittico di S.Eustacchio (1468) a Belforte sul Chienti; nella “Madonna del latte” di Perugia, nella “Madonna col Bambino che dorme e quattro putti” della collezione Chiaromonte Bordocaro di Palermo, opere databili intorno al 1470, secondo lo studio dello Zampetti. Come ci suggerisce Giulia Spina, il singolare pastiche iconografico potrebbe spiegarsi con un sofisticato richiamo alle fonti francescane: la battaglia di san Michele contro il drago, che rappresenta il demonio, descritta nell'Apocalisse, sarebbe qui associata simbolicamente alla vittoria di Francesco sul peccato con l'arrivo dell'angelus magni consilii, il sommo messaggero che lo conforta e gli imprime le stimmate a conclusione di un percorso di crisi e di tentazioni sul monte della Verna: Francesco lottò contro un'eresia che nella sequenza dell'Ufficio di san Francesco, composto da papa Gregorio IX per la canonizzazione, è paragonata aI drago apocalittico (Sensi 2014, pp. 340-346). Altri insoliti inserti, come i tre angioletti che assistono alla scena o i tre fraticelli sulla soglia del capanno (tra cui forse il beato Pellegrino e il beato Giacomo, entrambi de Fallerone, cfr. Pagnani 1982, pp. 146-147; Parisciani 1982, pp. 44-45; 304-305; Alessandrini Ca-listi 2008, p. 539), suggeriscono una lettura nel senso di una visione, tenendo anche conto della forma della pala, ora quadrangolare con un arco appena ribassato, ma un tempo forse simile alle tavole centinate frequenti nell'ambito tardogotico umbro-marchigiano, come quella della Visione del beato Corrado da Offida, oggi nella sagrestia del duomo di Treia, attribuita a Giovanni di Corraduccio.

Bibliografia

D.GIUSEPPE CROCETTI : La pittura di Fra Marino Angeli e dei suoi continuatori.

Comune di Falerone "Fra Marino Angeli" di Giulia Spina

Testi tratti dal catalogo "IL QUATTROCENTO A FERMO"
Tradizione e avanguardie da Nicola di Ulisse da Siena a Carlo Crivelli