Monastero di Moldovita
Le stupende sacre scritture a colori dipinte all'esterno patrimonio culturale mondiale dell'UNESCO
Tralasciando alcuni aspetti importanti della storia dell’arte che non sono di una rilevanza fondamentale al fine della comprensione della street art, bisogna pensare che l’utilizzo artistico espressivo tipico del periodo medievale, in particolare in Europa, dove veniva utilizzato l'affresco l’affresco per comunicare in maniera più semplice un messaggio alla comunità.
Infatti, spesso questo linguaggio rappresentava un’espressione recepita chiaramente dal popolo, in modo didascalico, come se ne trova testimonianza nelle cattedrali, chiese, pievi e monasteri con gli affreschi raffiguranti scene e momenti tratti dai racconti biblici e della vita dei santi.
Affinchè tutti, anche i viandanti potessero ammirare sia la loro bellezza artistica sia il messaggio e le tematiche narrate, gli affreschi venivano eseguiti anche esternamente.
Il Monastero di Moldovita di origine ortodossa ne è uno straordinario esempio. Situato nel comune di Vatra Moldovitei, nel distretto di Suceava, in Romania, fu costruito nel 1532 da Petru Rares, figlio illegittimo di Stefano il Grande, eretto come barriera protettiva contro i conquistatori musulmani dell’impero ottomano, provenienti da est.
Questo è uno dei cinque monasteri siti nel nord della Moldavia con affreschi dipinti sulle pareti esterne, al punto che Suor Maika, che visse nel monastero per più di cinquant’anni, diceva che essi erano “le sacre scritture a colori”.
Gli affreschi furono dipinti da Toma di Suceava nel 1537, con delle tonalità del giallo e sono in buono stato di conservazione.
Sulle pareti esterne, le predominanti scene in giallo e blu, rappresentano temi ricorrenti dell’arte cristiana ortodossa, ovvero la processione di santi che portano sulle spalle la Vergine in trono con il bambino, che sono poste sulle finestre orientali.
Proseguendo si può osservare “L’albero di Gesù”, nascente da un reclinato Gesù alla base del muro in cui sono rappresentati gli antenati di Cristo attorno alla Sacra Famiglia mentre " L’Assedio di Costantinopoli " ricorda l'intervento della Vergine per salvare la città dall’attacco persiano dell’anno 626.
Delle alte arcate danno sul portico aperto verso l’esterno e la luce del giorno. All’interno di essa, “Il Giudizio Universale” copre l’intera superfiche della parete ovest, con il suo fiume di fuoco e la sua raffigurazione del mare che restituisce i suoi morti.