RIPORTARE A CASA IL RITRATTO DI MAFFEO BARBERINI DEL CARAVAGGIO


di Alessandro Costa
29 Jan 2025
 
Volevo fare presente domenica 26 gennaio scorso sul giornale il "Manifesto" nell'inserto "Alias" vi era un'articolo di Giuseppe Frangi molto interessante (se volete leggerlo in modo completo potete cliccare il link "Ritratto di Maffeo Barberini") cui volevo far riflettere a noi amanti dell'arte e del patrimonio culturale che ci circonda, che il prossimo 23 febbraio si chiuderà a Palazzo Barberini, la mostra di un quadro solo, capolavoro "svelato" di Caravaggio, come recita il sottotitolo:  "Il Ritratto di Maffeo Barberini"oggi di proprietà privata, riemerso ed esposto per la prima volta dopo oltre sessant'anni dalla sua "scoperta". 
Il quadro, però, non lascerà il Palazzo, perchè l'8 marzo lo si potrà rivedere negli stessi spazi, nel contesto di Caravaggio 2025, mostra molto attesa, curata da Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, direttore del museo romano. Quello che il giornalista Frangi sottolinea giustamente è se non sia proprio questa la naturale e finale destinazione per un dipintodi tanta importanza, visto che gli attuali proprietari sarebbero intenzionati a metterlo sul mercato. Importante perchè, oltre a documentare uno snodo fondamentale nel percorso di Caravaggio, è uno dei pochi ritratti dal lui dipinti arrivati fino a noi. Il ritratto di maffeo, il futuro Urbano VIII, potrebbe così ritornare la dove è ragionevole pensare sia stato in orgine: era parte delle storiche collezioni della famiglia Barberini fino al 1930-'35, gli anni"della scandalosa catastrofe culturale che coinvolse il patromonio artistico di quella famiglia". Ipotesi che Roberto Longhi evidenzio nel suo saggio del 1963, in cui pubblicava il ritratto Barberini. Era stato Giuliano Briganti a segnalare al maestro il quadro, avanzando lui per primo l'attribuzione a Caravaggio. Infatti in unalettera del 2 luglio 1963 Longhi racconta a Briganti di aver rivisto il quadro a Firenze ("Splendido restauro. Mi rallegro col de Santis") e lo ringrazia perchè il critico romano aveva fatto un passo di lato lasciando al maestro l'onore della pubblicazione. "Potrò parlare della tua precedenza nell'attribuzione. Confermamela", scrive. E poi aggiunge: "Si potrà anche sapere donde viene il quadro? Par poco dubbio che debba essere uscito dalle soffitte dei Barberini dove tanti hanno pescato"......