“Il Racconto dello Stupro di una Donna Brigante Da parte del suo uomo. Cosa è cambiato dalla metà dell’800 con quello che succede oggi?” EPISODIO 2

“Da quello che stiamo vedendo mi pare molto poco. E’ uno stillicidio sotto i nostri occhi. Il racconto che ora leggiamo anche se avviene nella metà dell’800 è così attuale che sembra un fatto della cronaca di oggi.”


di Alessandro Costa
24 Jan 2024

......"Dopo la mezzanotte siamo andati a dormire, io e Pietro nella casella e gli altri nelle grotte. Aveva cominciato a piovere, una pioggia fitta e gelida. Pietro aveva cercato di prendermi, sul giaciglio, ubriaco, ma io mi ero difesa con le unghie. Tanto era bastato, un rifiuto - l'ennesimo -, per scatenare la sua ira. "Ti ho salvato la vita, sulla montagna" diceva, "e tu mi rifiuti. La tua vita non vale niente senza di me." Erano settimane che lo rifiutavo e lui era di certo che adesso, per il fatto stesso di essere stata salvata, gli avrei lasciato fare quello che voleva. Ma le sue offese erano state peggio del salto che avrei fatto dallo Scorciavuoi. Lì mi sarei schiantata a terra e tutto sarebbe finito, quelle invece non si scuotevano di dosso, non mi abbandonavano neppure un istante. Una parte di me era già morta, non avrei lasciato che morisse anche il poco che rimaneva. Lui, per questo, era impazzito. "Sei mia moglie!"gridava. "Sei mia moglie, devi dormire con me!" Mi afferrava per i polsi e me li torceva. Io mi divincolavo, scalciavo. Sentivo che la violenza stava arrivando come una piena furiosa che ci avrebbe trascinati a valle entrambi, che sarebbe caduta dall'alto come uno smottamento o un terremoto; ecco, la sua violenza era un tremendo terremoto che travolgeva lui per primo e poi veniva a prendere me. 

Si è slacciato i pantaloni e con una spinta improvvisa e fortissima, la prima scossa, mi ha atterrata. Poi mi è saltato addosso e come una furia ha cominciato a strapparmi i pantaloni, arpionandosi alla stoffa. Io tiravo calci, ma la sua piana era troppo potente. Pietro era alla resa finale, e stava scaricando una vita di lotte e di sconfitte. Imprecavo, cercavo di calciare in mezzo alle gambe, mentre lui prendeva me e per tenermi ferma colpiva sui fianchi, sulle braccia - la seconda e la terza scossa -, e la frana era invincibile, mi travolgeva. Non avevo scampo. provavo nonostante tutto ad alzarmi, a prendere fiato, a trovare uno spiraglio d'aria e di fuga, ma la sua cascata era irrefrenabile, era il suo corpo che si agitava e si voleva svuotare, e adesso, finalmente al culmine l'aveva fatto.  Solo allora, come ogni cataclisma, si è placato, lasciando un silenzio irreale: Pietro, la grande montagna di detriti che era, si è rovesciato su un fianco. Ha preso sonno quasi subito, liberato, adesso respirava leggero come un bambino, incurante del male che aveva causato.

D'un tratto, nel mezzo della notte, un boato ha squarciato il silenzio e un lampo accecante ha illuminato l'essicatoio. Mi sono tirata su di scatto, un fischio nelle orecchie e il puzzo di polvere da sparo che riempiva le narici. Anche Pietro, al mio fianco, ha cominciato ad agitare le braccia nel buio come per proteggersi da una botta  che, lo sentiva, stava arrivando. Era un colpo di fucile quello che aveva lacerato l'aria, da fuori qualcuno ci aveva sparato contro. Subito ho capito che quel primo colpo era servito solo per fare luce nelle tenebre. Sarebbe trascorso un momento, un momento infinito, ma presto ne sarebbe arrivato un altro.

Un'ombra sulla porta, ora la vedevo, reggeva un due botte. Pietro adesso era completamente sveglio e sobrio, gurdava l'ombra con occhi sgranati e atterriti. Nel suo sguardo tutto era chiaro: ha capito, subito, come subito ho capito io, che il tradimento si stava compiendo

Come un gatto selvatico ha cercato di tirarsi in piedi, di buttarsi di lato, di avvitarsi su stesso per evitare l'inevitabile. Ma io, senza neppure pensarci, mi sono aggrappata alla costa di quella montagna che poco prima mi aveva schiacciata, e l'ho trattenuta. Quella montagna era grande e adesso avrebbe finalmente protetto me. Come lo schianto improvviso con cui era caduto anche il più forte dei larici, così in una notte di pioggia la ghiandaia che ero ha infine liberato le ali e le ha aperte per la prima volta. E da quel momento, lo sapevo, non le avrebbe più richiuse. Così è accaduto, nella notte del 24 dicembre 1863, in quella casella per castagne, che tra me e la mia paura io ho piantato un fruttteto, un grande, imponente, maestoso frutteto, aggrappandomi alla schiena di mio marito e proteggendomi col suo corpo.

Bum.

E' stato un lampo.

Improvviso, come lo aspettavamo.

E un colpo, forte, fortissimo, come forse non ne avevo mai sentiti.

Bum

L'ombra ha sparato su quella montagna adesso trattenuta, e il lampo ha illuminato un'altra ombra, colpevole quanto la prima, dietro la prima.

Ci avevano traditi, ci stavano tradendo.

Due nostri compagni avevano appena ammazzato Pietro.

Poi il fucile è caduto.

Poi la fuga dei due traditori, veloce, sulla terra bagnata e sulle foglie.

E mio marito, all'improvviso, morto tra le mie braccia....."

Bibliografia. "Italiana" di Giuseppe Catozzella