La memoria e le radici del popolo aborigeno nelle opere di Mirdidingkingathi Juwarnda “Sally Gabori“ Diventata pittrice a più di 80 anni

Le sue composizioni mescolano colori in una armonia cromatica Dando vita ad un potente strato pittorico materico ed organico Origine della sua vita.


di Alessandro Costa
27 Apr 2023

Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori è nata intorno al 1924 a Mirdidingki sull'Isola Bentinck, nel Golfo di Carpentaria, al largo della costa settentrionale dell'Australia. Era una donna Kaiadilt che parlava la lingua Kayardilt. Il suo nome, Mirdidingkingathi Juwarnda, deriva dalla tradizione Kaiadilt, la quale prevede che ognuno sia chiamato in base al luogo di nascita e al proprio antenato totemico. Pertanto, Mirdidingkingathi indica che Sally Gabori è nata a Mirdidingki, una piccola insenatura situata a sud di Bentinck, e  il suo "animale totem" è juwarnda, il delfinoSally Gabori ha affrontato ogni situazione con coraggio e riuscendo a produrre dei cambiamenti sorprendenti, attraversando molti abissi nella sua intensa vita, pur mantenendo sempre il suo carattere timido ma malizioso, traendo dalla propria cultura kaiadilt il genio e la unicità nel suo genere.

Il suo modo di vedere il mondo attraverso il talento pittorico e l'esplosione della sua creatività artistica sono espresse nella prima mostra  alla Woolloongabba Art Gallery di Brisbane nel 2005. Si sapeva che era molto brava nel lavorare le corde vegetali con l'ocra e tessere di reti da pesca e sacche. Il segreto del suo linguaggio artistico è il "mondo kaiadilt", in cui trasmette semplicemente dal suo occhio interiore alla forma esteriore. Il gigantesco murale presso la Corte Suprema del Queensland, lungo un intero corridoio che avrebbe accolto i viaggiatori internazionali dell'aereoporto di Brisbane. La sua incredibile umana universalità, al punto che se possono sembrare astratti, hanno un calore immenso in cui la sua famiglia e la sua dimora vengono celebrate.

La perdita, la nostalgia e l'amore è quello che si percepisce nelle sue opere, creando un linguaggio libero e radicale, riuscendo ad andare al di là di facili spiegazioni. Sally Gabori è riuscita nella sua tradizione pittorica a non rimanere vincolata nel suo lessico di segni preesistenti, andando più in là di molte artiste aborigene, in cui gli stati d'animo erano legati ai luoghi , alla vita e alla memoria culturale in esilio.  La visione psichica della terra da cui è stata separata le ha permesso di trovare un linguaggio che ha creato qualcosa di meraviglioso, imponente e profondamente originale.   Per Sally Gabori gli 80 anni sono il cambiamento, ormai vive in una casa di riposo, si reca al Centro d'Arte e d'Artigianato di Gununa sull'Isola Mornington, dove prende in mano un pennello e per la prima volta inizia a dipingere la sua prima opera.

Dulka Warngiid 2007
vernice polimerica sintetica su tela
195,0 x 610,0 cm
Acquistato con fondi donati da Catherine Allen, Carolyn Berger e Delma Valmorbida, 2007 (2007.527)

Dulka Warngiid, che si traduce come "terra per tutti", è una brillante visione concettuale dell'isola di Bentinck, nel Queensland, ancorata al profondo attaccamento degli artisti che contribuiscono a sette luoghi distinti della storia sulla loro piccola isola. Il popolo Kaiadilt ha vissuto sull'isola di Bentinck fino all'inizio degli anni '40, quando ha stabilito il primo contatto con gli europei e successivamente è stato trasferito nella missione di Mornington Island. 

La Alcaston Gallery di Melbourne organizza la prima grande mostra personale di Sally Gabori e da allora rappresenta l'artista. I proventi dei suoi dipinti consentono a Sally Gabori di noleggiare un volo per un ultimo ritorno nel paese Kaiadilt con suo marito.
Nel 2012, Sally Gabori viene selezionata per UnDisclosed: 2nd National Indigenous Art Triennale e vince il Gold Award inaugurale per la pittura contemporanea alla Rockhampton Art Gallery nel Queensland e il TogArt Contemporary Art Award. L'anno successivo, Sally Gabori è invitata a esporre in Personal Structures a Palazzo Bembo nell'ambito della 55a Biennale di Venezia. Viene inoltre selezionata per la mostra australiana alla Royal Academy of Arts di Londra.
Nel 2014, a Sally Gabori viene commissionato un lavoro per l'aeroporto internazionale di Brisbane. È anche finalista al 31° National Aboriginal and Torres Strait Islander Art Award.

Le composizioni sciolte di forme organiche sono esperimenti che Sally  Gabori con gli acrilici richiamano un mondo di ricordi e sensazioni culturali, giochi di luce sulle pozze nella roccia e i luoghi della storia cari ai familiari  più stretti, che erano nella sua mente e nel suo spirito.

In questo breve periodo formativo possiamo scoprire che nelle sue composizioni sono presenti forme circolari dipinte liberamente, con una intensità produttiva notevole, passando da una tela all'altra e sperimentando diverse idee visive, colori e composizioni. La sua modalità nel dipingere inizialmente in opere in scala ridotta da una prospettiva planare, seduta ad un tavolo. Alcuni mesi dopo il workshop inaugurale di pittura, richiede però tele di dimensioni molto più grandi rispetto al suo tavolo da lavoro. Queste vengono collocate su telai, appese in orizzontale alle pareti del centro d’arte e dipinte da un punto di vista opposto, in piedi o seduta di fronte, in netto contrasto con molti altri artisti aborigeni che generalmente lavorano su grandi superfici seduti a terra. Le sue opere man mano che diventate più note a livello nazionale e internazionale, sono anche esposte in collezioni private. La stella dell'artista è diventata più importante e luminosa. Il modo di come viene contestualizzata la pittura femminile aborigena contemporanea, dalla sua comparsa alla fine degli anni ottanta a oggi, è decisamente differente. La sua forza intensa dell'uso del colore come rappresentazione immobile del movimento e l'energia impetuosa delle sue pennellate spezzate sono distinguibili in tutte le sue opere.

Il suo stile si differenzia sostanzialmente ancora di più dalle strette pitture verticali in ocra su corteccia degli Yolŋu della Arnhem Land orientale, con la loro attenzione ai particolari di rarrk (tratteggi) o miny’tji (disegni sacri del clan) autorizzati dalla legge culturale yolŋu.

La pratica pittorica di Sally fu di grande cambiamento, unica nel suo genere, al punto che il suo modo visionario di concepire l'arte insieme ad altre artiste del suo gruppo, contribuirono ad una rinascita artistica che ha spostato il capitale della cultura aborigena australiana e ha cambiato la storia stessa dell’arte in Australia. Molte artiste aborigene della generazione di Sally hanno potuto eseguire delle opere solo in tarda età, diverso tempo dopo che le continue incursioni di pastori, compagnie minerarie e missionari le avevano allontanate dalla loro terra, stravolgendo il loro stile di vita. Le donne aborigene dotate di spirito e audacia ed esprimendosi soprattutto attraverso il mezzo della pittura sono cresciutre come artiste indipendenti dalla fine degli anni Ottanta.

Nei dipinti di Sally Gabori è interessante rilevare il modo in cui molti termini kayardilt riflettono topologie astratte che sono carattertistiche  specifiche del paesaggio che lei dipinge, che rappresentano alcune zone dell'isola in cui lei viveva.

L'ispirazione più concreta che traeva nelle prime fasi della sua pittura come i colori e le forme del suo mondo fisico, raccontavano la sua esperienza di pescatrice di pesci singoli e in branco e raccoglitrice di uova dai nidi di tartaruga. La sua era una visione topologica, come se mappasse la disposizione minuziosa delle dige per pesci che costituivano una zona di caccia produttiva intorno all'isola Bentick. La sua cultura, la sua lingua come fondamento e punto di partenza nel particolare modo kaiadilt di vedere il mondo, intriso della profonda colorazione di un lungo e straziante esilio, si nota fin dai primi lavori, ma che l'artista ha rapidamente superato. Il coraggio e l'audacia, che ha potuto dimostrare all'età di 80 anni, vivendo tra l'altro in una casa di riposo e non avendo potuto mai sperimentare alcuna forma d'arte nel senso che noi possiamo intendere. Quindi possiamo capire quanto sia difficile immaginare cosa si celi nel cuore di ogni essere umano e Sally Gabori ne è la testominianza eloquente.

SENZA PRECEDENTI: L’ARTE DI SALLY GABORI di Judith Ryan